SCIPIONIS CAPICII DE PRINCIPIIS RERUM LIBRI DUO. EIUSDEM VATE MAXIMO LIBRI TRES.
apud Aldi filios, Venetiis, 1546
In-16 p. (mm. 153x90), p, vitellino settecentesco, dorso a cordoni (abrasioni alle cerniere) con decoraz. e titolo oro su tassello, dentelles dorate ai risg., tagli dorati, 61,(2) cc.num., marca tipografica con l'ancora aldina xilografata al frontesp. e al verso dell'ultima carta. Vi sono contenuti due poemi (il De Vate maximo è S. Giovanni Battista); nel primo dedica dell'A. al Cardinale Pietro Bembo e prefazione dell'editore dedicata a Isabella Villamarina, moglie del principe Salernitano. "Prima edizione" di quest'opera considerata il lavoro di maggior impegno al quale la fama del napoletano Scipione Capece (1480-1551) soprattutto si raccomanda. Il "De principiis rerum", dedicato a Paolo III nel 1546, di ispirazione lucreziana, si inserisce degnamente nella tradizione umanistica di poesia scientifica che, appunto a Napoli, aveva dato prove altissime con L'Urania del Pontano.. Nel De principiis'.. vengono confutate, a favore di un'interpretazione del mondo più rispettosa dfella verità rivelata, le dottrine epicuree e lucreziane della casualità, dell'eternità della materia e dell'atomismo, e vi si sostiene che le cose sono originate dall'aria... Così Diz. Biograf. degli Italiani,XVIII, p. 427. Cfr. anche Renouard. p. 138, n. 18: le poème De principiis rerum' a été réimprimé à Paris en 1548, apud Nicolaum Divitem, ad insigne Aldi, avec une double ancre sur le titre.Esempl. apparentem. mancante di una carta, la E(8), ma completo, come da collazione con esemplari digitalizzati su ICCU e su EDIT 16. Corto del margine super., frase anticamente ms. alla dedica al Bembo, con qualche alone e fiorit. a partire dal frontesp., ma complessivam. buon esempalre con due ex libris nobiliari.