OPERA CAVATA DA SUOI ORIGINALI CIOE' LA CHIESA, E FABRICA DELLA SAPIENZA DI ROMA... // OPUS ARCHITECTONICUM EQUITIS FRANCISCI BOROMINI EX EJUSDEM EXEMPLARIBUS PETITUM; ORATOR ...
Additis Scenographia, Geometricis proportionibus, Ichnographia....
Sebastianus Gianninus edidit, Romae, 1720-1725
In folio max. (mm 559x405), 2 opere in 2 voll., p. pelle coeva (restaurata), dorso a cordoni con ricca decoraz. e titoli in oro su due tasselli (lievi abrasioni). - Prima opera: 4 cc.nn. inc. in rame - frontespizio figurato che reca il titolo Opera del Caval. Francesco Boromino cavata da suoi originali cioè la Chiesa, e Fabrica della Sapienza di Roma con le Vedute in Prospettiva e con lo studio delle Proporz.ni Geometriche, Piante, Alzate Profili, e Spaccati. Dedicata alla Santità di N.S. Papa Clemente XI; sullo sfondo antichità romane, tra cui: la Colonna di Traiano, il Pantheon e il Colosseo // Dedica al Santissimo Padre con grande stemma papale e capolettera figurata // Al Lettore // Indice di tutta l'opera. Seguono 46 tavole inc. in rame, alc. più volte ripieg., num. II-XLV: la prima tavola - non numerata - comprende il ritratto dell'A. in ovale (al fondo libri e strumenti di misurazione) e la 46 (non numerata) è composta di due fogli.
- Seconda opera: bellissima antiporta architettonica inc. in rame che reca il titolo in italiano Opera del Cav. Francesco Boromino cavata da suoi originali cioè l'Oratorio, e Fabrica per l'Abitazione de' PP. dell'Oratorio di S. Filippo Neri di Roma. Con le vedute in Prospettiva e con lo studio delle Proporzioni geometriche, Piante, Alzate, Profili, Spaccati, e Modini. Dedicata all'Ill.mo e R.mo Principe il Sig. Cardinal Giuseppe Renato Imperiali.Il volume è così composto: frontespizio con marca tipografica xilografata, 2 carte di dedica (1 con grande vignetta alle armi e iniziale figur., inc. in rame), 31 pp.num. - con testo italiano e latino a fronte - che contengono l'Indice delle tavole e la Relazione della presente opera, composta dal medesimo Cavalier Francesco Boromino per commando del Signor Marchese di Castel Rodriguez, e copiata dal suo originale inedito. Seguono il ritratto dell'A., 65 tavole (di cui 4 più volte ripieg.) numerate II-LXVI e 1 tavola non numerata (ma LXVII', come precisato in Indice), più volte ripieg., tutto pregevolmente inc. in rame.
"Rara prima edizione" di quella che può essere considerata l'opera più significativa per l'architettura del barocco romano; difficile trovare le due parti assieme e complete di tavole (come il nostro esemplare).Cfr. Craveri The Library of the late M. F.d.C.,132: the only edition of Borromini's Works, grandest of all high baroque publications, begun by the architect himself and edited after his suicide in 1667 by his friend Virgilio Spada, who used all surviving drawings as well as notes made during Borromini's lifetime to document two great projects, the "Chiesa della Sapienza" (1642-60) and the Oratory and Monastery of the "Padri di S. Filippo Neri" (1637-50) - Schudt Le Guide di Roma, 940 - Berlin Kat.,2689 - Brunet,I,1119 - Olschki,16506 (solo la prima opera) - Millard,22 (solo la prima opera) - Cicognara,442 (cita un'ediz. del 1760 della Fabrica della Sapienza). Manca alla Fowler Collection.Il Borromini, per testimonianza del Baldinucci, ebbe in animo di pubblicare tutti i suoi progetti eseguiti e non eseguiti; a tale scopo predispose il materiale che però fu pubblicato soltanto dopo la sua morte da Sebastiano Giannini, e non per intero, avendone il Borromini stesso, avanti il suicidio, dato buona parte alle fiamme. Il materiale superstite apparve dunque a Roma in due volumi in-folio, con 112 tavole in rame; il primo del 1720, ristampato nel 1760, comprende la descrizione e i disegni de la chiesa e fabrica della Sapienza di Roma; il secondo, uscito nel 1725, comprende la descrizione e i disegni dell'Oratorio di S. Filippo Neri in Roma. Nel primo volume, che include pure un'importante serie di progetti ineseguiti, la storia della costruzione della Sapienza è dovuta al Giannini. La descrizione dell'Oratorio, benché fatta in prima persona, fu composta invece da Monsignor Virgilio Spada in nome del Cav.re Boromino; ma è da credere che essa sia tratta da conversazioni e appunti del Borromini stesso con il quale lo Spada ebbe dimestichezza, sia al tempo della costruzione dell'Oratorio, sia più tardi, quando da Innocenzo X egli ebbe l'incarico di sopraintendere come moderator et arbiter al restauro che il Borromini veniva facendo in S. Giovanni in Laterano. Tutto il complesso dell'opera è un'aperta difesa dell'originalità del grande architetto, il quale in un punto si appella all'autorità di Michelangelo, e afferma che non si sarebbe posto a questa professione, col fine d'essere solo copista. Così Diz. Opere Bompiani,V, p. 217.Solo alc. lieviss. fioriture margin. su qualche tavola, altrimenti esemplare molto ben conservato. "Francesco Borromini (o Borromino), architetto svizzero (1599-1667). Solo verso il 1628 mutò in Borromini il suo vero cognome: Castello. Venuto giovanissimo a Roma, portò con sé dalla sua terra, feconda di costruttori e di scalpellini, l'amore per le materie costruttive, e l'affinò in un lungo, umile esercizio. Fino ai trent'anni non lavorò che come scalpellino, formandosi a poco a poco in modesta collaborazione, prestata nei lavori di S. Pietro in Vaticano, a Carlo Maderno, suo conterraneo e lontano parente. Morto il Maderno (1629), fu alle dipendenze del Bernini nella medesima basilica, sempre con umili funzioni d'esecutore... e proficuo fu certamente il passaggio dalla bottega del vecchio Maderno, tradizionalista ed equilibrato, a quella del coetaneo Bernini, audacissimo pur nel rispetto delle forme consacrate dai monumenti classici... Finalmente nel 1634 il Borromini prese la direzione d'una grande opera architettonica: S. Carlo alle Quattro Fontane ("S. Carlino"), con l'annesso convento dei padri Trinitarî. Opera più importante, eseguita verso il 1640, fu la trasformazione del palazzo Falconieri, soprattutto notevole per la bella loggia.. Dal 1637 al 1650 l'attività dell'artista fu soprattutto in una opera di grande mole che ne caratterizza lo stile e ch'è fra i monumenti più singolari del nostro Seicento: il convento dei Filippini adiacente a S. Maria in Vallicella, con l'originalissimo movimento della bella facciata, con l'Oratorio - una delle più eleganti sale di Roma - con la scala ed i chiostri, con la biblioteca, con la Torre dell'Orologio..". Così Encicl. Treccani,VII, pp. 513-515. P.a.r.