OMNIA, QUAE HUCUSQUE IN LUCEM PRODIERUNT, OPERA, NUNC PRIMUM IN UNUM COLLECTA...
apud Gulielmum Rovillium, Lugduni, 1565
In-4 p. (mm. 314x195), p. pelle bazana settecentesca, dorso a cordoni con tit. oro su tassello, tagli rossi, 16 cc.nn., 1027 (ma 1035) pp.num., marca tipografica al frontesp., ornato da pregevoli testat. e grandi capilett. figurati a vignetta inc. su legno."Prima edizione dell'opera omnia" che include anche due opere di gastronomia: De Mannae differentiis, ac viribus de' que eas dignoscendi via, et ratione (1562) e De Vinaceorum facultate, ac usu. Cfr. Wellcome,I,253 - Durling,181 - De Renzi Storia della medicina in Italia,III che cita le numerosiss. opere di questo celebre professore napoletano.Lieve alone margin. sulle ultime 50 cc.; con uniformi arrossature più o meno lievi, ma certamente un buon esemplare."Donato Antonio Altomare, nato a Napoli nei primi decenni del sec. XVI, studiò dapprima diritto e poi si dedicò alla medicina. Seguace della scuola classicistica, che si richiamava cioè alle dottrine di Ippocrate e Galeno, fu insegnante nello Studio di Napoli, dove formò una combattiva schiera di discepoli e sostenne vivaci polemiche soprattutto contro i paracelsiani. A contatto con i migliori ingegni napoletani del suo tempo, dal Tansillo ai Della Porta, l'A. raggiunse tale fama da essere ancora ricordato da T. Boccalini in un elenco di medici famosi di tutti i tempi accanto a Cornelio Celso, Ippocrate, Galeno, Fracastoro. Morì dopo il 1562, forse nel 1566 e fu sepolto a Napoli nella chiesa di S.ta Maria delle Grazie, nella cappella degli Altomare". Così Diz. Biograf. degli Italiani, II, p. 568.