IL GRAN CONTAGIO DI VERONA NEL MILLESEICENTO, E TRENTA.
Descritto da Francesco Pona Filosofo Medico di Collegio. All'Illustriss. et Eccellentiss. Signor Pietro Corraro Capitanio.
per Bartolomio Merlo, Stampator Camerale, Verona, 1631
In-8 p. (mm. 216x159), mz. pergamena con ang. coeva (risg. rifatti), pp. 139, marca xilografata al frontespizio. Rara "edizione originale" di questo importante studio sulla peste. Francesco Pona (1594-1655), fu un medico e poligrafo veronese. Membro dell'Accademia degli Incogniti, scrisse romanzi, tragedie, commedie.. Non certo eroica fu la sua condotta durante la pestilenza, giunta a Verona tra il 1630 e il 1631. Incluso nella seconda leva dei medici precettati per far fronte ai bisogni della città e del lazzaretto, egli riuscì a essere esentato dal Provveditore. Al servizio della patria mise però la sua penna, sia in veste nosografica che storiografica.Dopo due opuscoli di carattere tecnico sulla peste, entrambi del 1630, l'anno successivo Pona pubblicherà "Il Gran Contagio di Verona", una delle sue opere più celebri. Oltre a un approccio razionalistico alle origini della pestilenza, di cui vengono ricostruite le cause storiche, geografiche e ambientali, il Contagio' si segnala per l'icastico, spesso tragico resoconto degli orribili sconvolgimenti vitali portati dall'epidemia nella città. Lo scritto, che fonde suggestioni classiche e mimesi dei fatti, farà da modello a molti resoconti posteriori della peste nell'Italia settentrionale, ispirando forse anche Manzoni. Così Diz. Biograf. Italiani, Vol. LXXXIV.Cfr. Michel,VI, p. 138 - Cat. Piantanida,II, 2103 per la seconda ediz. del 1727.Con lievi aloni margin., ma certamente un buon esemplare.