IL GIUOCO DE GLI SCACCHI DI RUI LOPEZ SPAGNUOLO.
Nuovamente tradotto in lingua italiana da M. Gio. Domenico Tarsia.
presso Cornelio Arrivabene, Venetia, 1584
In-8 p. (mm. 204x145), elegante legatura in p. pergamena coeva con cornici e decoraz. a secco ai piatti (risg. rifatti), tit. ms. al dorso (in astuccio mod.), 4 cc.nn. (frontesp. e dedica a Iacopo Boncompagni, Duca di Sora e d'Arce), 214 pp.num., 1 c.nn. (colophon); al frontesp. marca tipografica (figura alata di anziano che attinge da un pozzo con una ciotola. Motto: Pria che le labbra bagnerai la fronte), ornato da grandi capilettera figur. a vignetta inc. su legno e con 7 piccole ill. nel t. che raffigurano una scacchiera e vari pezzi, pure xilografati. In questo celeberrimo manuale l'A. narra l'origine degli scacchi, spiega le regole del gioco (che corrispondono quasi completamente a quelle che conosciamo), dando per la prima volta un quadro completo delle aperture allora note."Rarissima prima traduzione italiana" e seconda edizione (la prima è di Alcalà, 1561) di questo fondamentale trattato sugli scacchi del monaco spagnolo Ruy Lopez de Sigura (Zafra, 1530 Madrid, 1580), uno dei primi grandi giocatori di scacchi e consigliere e confessore del re Filippo II.Nel 1560 si recò a Roma per alcuni impegni legati alla sua condizione di ecclesiastico e nella capitale dei papi ebbe occasione di sfidare alcuni dei più forti scacchisti italiani, tra cui Leonardo da Cutro, il celeberrimo "puttino", all'epoca accreditato come uno dei più forti del mondo. López non disponeva soltanto di un'eccellente conoscenza teorica, anche nella pratica la sua forza di gioco era enorme. Vincendo infatti l'importante sfida contro Leonardo da Cutro, venne riconosciuto dai contemporanei come una sorta di campione del mondo ante litteram..Leonardo ebbe modo di prendersi la sua rivincita nell'agosto del 1575, quando Filippo II invitò a un torneo, presso la sua corte, i migliori scacchisti provenienti dai territori governati dalla corona spagnola (e, quindi, di buona parte delle penisole iberica e italiana): oltre agli stessi López e Leonardo, presero parte all'agone il siracusano Paolo Boi e Alfonso Cerón di Granada. La competizione è a tutti gli effetti il primo torneo magistrale della storia di cui ci sia giunta notizia. Il torneo fu vinto da Leonardo che ricevette un premio in denaro e l'esenzione dalle tasse della sua città (Cutro) per i successivi vent'anni, ma soprattutto ottenne la fama di essere il più forte giocatore al mondo.López perse la sfida diretta contro Leonardo per 2 a 3, patendo la rimonta dell'italiano dopo avere vinto le prime due partite, e dovette cedere le armi anche a Boi. La prevalenza degli italiani fu così completa, e lo scettro degli scacchi passò definitivamente dalla Spagna all'Italia.Cfr. Palau,IV, p.273 - Choix de Olschki,II,2602: C'est la seule édition italienne de ce livre extremement rare - Chicco /Sanvito Lineamenti di una Bibl. Italiana degli scacchi,493: Alcuni esempl. portano nel titolo del cap. 7, p. 133, la parola gomito anzichè gobito e presentano anche alcune anomalie di impaginazione (come il ns.).Solo qualche carta con uniformi arross., frontesp. restaurato, ma certamente un buon esemplare.