DE VENARUM METALLICARUM EXCOCTIONE.
ex typographia Josephi Marelli, Mediolani, 1779-1780
In-8 (mm. 235x170), 2 volumi, p. pelle bazzana coeva, sottili cornici dorate ai piatti, dorso a cordoni con decoraz. e tit. oro su due tasselli, tagli rossi, pp. (8),275; (12),335 (mal num. 235); molto ben illustrati f.t. da complessive 36 tavole, inc. in rame e più volte ripieg., che contengono 145 figure relative a utensili, macchinari, forni, lavori metallurgici, ecc. Nel 1° volume: Quo in V. Libros tributo. Explicantur, quae ad eam rem generatim faciunt - Nel 2°: Quo in VI. Libros tributo. Artificia metallorum ex singulis venarum generibus conficiendorum explicantur. "Edizione originale", raro. Dopo l'uscita del secondo volume (1780) fu stampata un'ulteriore errata che si trova aggiunta in alcuni esemplari. Cfr. Brunet,IV,667: cet ouvrage a eu beaucoup de succès - Poggendorff, p. 455."Il milanese Ermenegildo Pini (1739-1825), barnabita, professore di matematica quindi di storia naturale alle Scuole arcimboldiche in Milano, fu Membro dell'Istituto del Regno Lombardo-Veneto e della Società Italiana. Nel 1773 si dedicò a visitare, con il confratello p. Luigi Francesco Fontana, diversi istituti scientifici e musei di Vienna, e anche le più importanti miniere d'Ungheria: nel 1778 fu nominato delegato alle Miniere della Lombardia austriaca e, nel 1779, soprintendente alla Metallurgia (fra tutti i suoi studi, si vedano: Osservazioni mineralogiche su la miniera di ferro di Rio ed altre parti dell'isola d'Elba, Milano 1777 - De venarum metallicarum excoctione, Milano 1779-80).Da allora in poi si occupò di mineralogia e geologia naturale, dando lustro anche ai musei di Pavia coadiuvando l'abate Lazzaro Spallanzani e di Mantova, provvedendoli di nuovi e preziosi minerali. Con il decreto napoleonico di soppressione delle congregazioni religiose del 25 aprile 1810, egli poté comunque continuare a dimorare a S. Alessandro, insegnando chimica e storia naturale fino al 1812. Entrò così di diritto nella storia della cultura scientifica lombarda che vide eccellere particolarmente i barnabiti nel Settecento. Così Diz. Biografico degli Italiani, vol. LXXXIII.Bello e fresco esemplare, stampato su carta azzurrina.