DELLA RAGION DI STATO, LIBRI DIECI.
Con Tre Libri delle Cause della Grandezza e Magnificenza delle Città.
appresso I Gioliti, Venezia, 1589
In-8 p. (mm. 223x146), brossura muta ottocentesca, 8 cc.nn., 367 pp.num., marca tipografica al frontespizio e fregio tipografico al fine; ornato da testatine e pregevoli grandi capilettera figur. a vignetta, inc. su legno. "Prima edizione" collettiva - dedicata all'arcivescovo di Salisburgo Wolf Dietrich von Raitenau - del più celebre trattato italiano di politica dopo Il Principe di Machiavelli.Cfr. Diz. Biograf. Italiani,XIII, pp 356-357: Il cuneese Giovanni Botero (1544-1617) nel 1588 pubblicava "Delle cause della grandezza e magnificenza delle città" un'operetta di mole esigua ma lucida e penetrante, forse il suo capolavoro; viene elaborata in essa per la prima volta una teoria scientifica sulla dislocazione topografica e sull'incremento degli agglomerati urbani, che identifica precisi rapporti fra ambiente naturale, risorse economiche e sviluppo demografico. Allegato sin dall'anno successivo, quale appendice inseparabile, al più ampio trattato "Della ragion di Stato" (dato alla luce nel 1589 da Giolito de Ferrari), l'aureo opuscolo ne condivise lo straordinario successo editoriale..L'opera "Della ragion di Stato" tentava di dare una risposta al problema politico centrale della Controriforma, la crisi aperta dal machiavellismo con il dissociare la politica dalla morale e con il ridurre la religione a strumento di potere.Tuttavia il successo di questo trattato, che dilagò per decenni con frequenti ristampe italiane e versioni in spagnolo, francese, latino e tedesco, non fu dovuto alle poche pagine dottrinali, bensì alla sistematica esposizione di tutta la nuova problematica che lo Stato moderno sorgente portava con sè: esazione fiscale, organizzazione militare, commercio, industria, amministrazione della giustizia, annona, urbanistica; meglio di qualsiasi altra opera di quell'età, il libro del Botero documenta il tipico trapasso, che allora si operava, dallo Stato patrimoniale di impronta feudale allo Stato di politìa, fondato sull'amministrazione oculata, la centralizzazione livellatrice, l'estinzione progressiva delle cariche ereditarie o venali... Cfr. anche Gamba,1271: Gio. Botero è stato uno de' pochissimi autori del secolo decimosesto che abbiano trattato di politica e di scienze economiche. Il suo stile è piuttosto trascurato, ma chiaro e disinvolto, e senz'affettazione di traslati - Adams,B,2548 - Bongi,II, pp. 432-33.Leggermente rifilato al margine super., altrimenti fresco esemplare, ben conservato.